Il 4 dicembre del 2012 è stata inaugurata la prima galleria civica in assoluto per la città di Montecatini: il nome è Moca (Montecatini Contemporary Art). Un luogo che si è presentato da subito come vitale e suggestivo, non solo perché si trova all’interno di un palazzo magnifico, opera di inizi Novecento con lo splendido ciclo decorativo del fiorentino Galileo Chini, ma per l’interesse a creare un dialogo vivo e serrato tra arte contemporanea e pubblico.
All’interno si può ammirare la grandissima tela di Joan Miró “Donna avvolta in un volo di uccelli” che, fino all’apertura del Moca, si trovava nella Sala Consiliare dello stesso Palazzo, perlopiù ignorata.
Fino al 30 giugno è in corso la mostra “Miró & Friends” che permette un viaggio nel tempo fino al 1980, quando Montecatini visse l’evento culturale e artistico più importante della sua storia: il “Maggio Miró”. Fu in quella occasione che l’artista catalano realizzò l’opera (presenta la dedica per la città sul retro). Si tratta di una delle cinque tele più grandi che Miró ha realizzato nella sua carriera e che fece a 87 anni. Fu trasportata da Palma di Maiorca, dove aveva lo studio, nella città toscana dall’ideatore di quell’evento Carlos Franqui, avvolta su sé stessa come fosse un tappeto orientale per evitare problemi burocratici. Eccola lì oggi, nell’ultima sala del Moca, gridare tutta la sua prorompente energia. L’energia di un uomo, un instancabile ricercatore di tecniche e materiali, di equilibri e segreti che si trovano sempre oltre la superficie apparente delle cose.
Sono gli ultimi anni della vita dell’artista quelli della “Donna avvolta in un volo di uccelli”; morirà tre anni dopo nel 1983. In quell’ultimo periodo le sue opere sono sempre più occupate dal nero, da parole come notte all’interno dei suoi poetici titoli, da nuovi simboli che ricordano la falce.
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