E’ incredibile come passa il tempo quando hai bambini. Loro sono la prova poetica e meravigliosa della continua metamorfosi della vita, loro e nostra. Ieri sera Cosimo ha festeggiato la Festa del Papà prparandogli una bella cenetta e dedicandogli tanti bellissimi lavoretti fatti all’asilo. Un bel prato fiorito e tanti colori, con un razzo rosso al centro della scena, pensando al babbo.
Nel pomeriggio ci siamo dedicati al menù: lasagne alla bolognese e torta al cioccolato “Tenerina” con fragole. Un menu bello freddo come mi aveva consigliato il dentista giusto oggi, quando sono andata a togliermi il secondo dente del giudizio…. ma è stata un’occasione bellissima per stare insieme.
Per quanto riguarda Gabriele, 8 mesi, oramai è circa un mesetto che emette suoni simili a “mamma”. Altra cosa che fa spessissimo è fare “no no” con la testa, scuotendola da una parte all’altra. All’inizio pensavamo fosse un verso con la testa come per grattarsela da dietro o che gli desse noia qualcosa. Poi abbiamo capito che ha semplicemente e straordinariamente scoperto un nuovo movimento che gli piace. Poi ha capito che quel movimento può essere associato ad un suono preciso: “No” e quindi quando diciamo no no no lui automaticamente inizia a scuotere la testa da un lato all’altro. Ettore, d’altra parte, il cuginetto, anche lui di 8 mesi, ha imparato a emettere un suono tipo soffio dal naso e un verso strano, arricciando il naso come un coniglietto. Si gioca così ad associare movimenti e suoni e questa è una fase importante di presa di coscienza del proprio corpo e delle risposte che il mondo esterno può dare. Ora Gabriele sta dormendo e mi chiedo quanto durerà, dato che la notte non dorme se non sta appiccicato a me tipo cozza sullo scoglio. La sua bocca spalancata mi cerca nell’aria a occhi chiusi e poi inizia a puppare, o meglio a sognare di farlo fin quando non si accorge che non ci sono. E’ d’altra parte la fase difficile del nostro distacco, carnale e possessivo, che ci ha unito indissolubilmente in una cosa sola fino ad adesso. Piano piano il mio seno non produce più il nutrimento per lui e il mondo esterno si sostituisce al mondo tutto nostro. E così deve essere, per imparare a volare e essere un individuo libero e sicuro. Ma io mi guardo allo specchio e resto per un attimo immobile davanti alle trasformazioni del mio corpo, le stesse che ho vissuto con Cosimo. Mi tocco quella pancia che ancora mostra il flebile ricordo di quella linea più scura che attraversa l’ombelico, simbolo della gravidanza e ormai resto di una vita che era dentro di me e che adesso è fuori, fra le mie braccia. Allo stesso tempo comunque resterà per sempre dentro di me, visceralmente. Auguri Babbo da Cosimo, Gabriele e anche la mamma… 😉