Giorni fa siamo andati a vedere la mostra “La tela violata” al Lu.C.C.A. Center of Contemporary Art di Lucca. Ogni sala è dedicata ad artisti che hanno rivoluzionato la concezione classica di quadro, soprattutto di “spazio del quadro”, cercando un oltre, cercando di superare la bidimensionalità.
Cosimo, 5 anni, si è seduto sul pavimento di ogni sala e si è messo a prendere “appunti”. In questo periodo porta sempre con sé un taccuino e una penna e ogni tanto si ferma e scrive: lettere, parole. Risponde alla domanda “che fai?” dicendo “prendo appunti mamma”. Iniziare a scrivere lo ha stimolato molto nell’attenzione verso le cose che gli stanno attorno. Ma in mostra è andato oltre: ha preso appunti disegnando dal vero e catturando con attenzione particolari e caratteristiche delle opere che gli piacevano di più. È stato fantastico vederlo disegnare, mi sembrava di tornare ai tempi dell’Accademia, quando si andava alle mostre a studiare le opere ritraendole, per cogliere aspetti di cui non ti accorgi durante un’osservazione superficiale: solo che lui ha 5 anni!
Ci si rende conto che un bambino stimolato può fare davvero qualunque cosa, non gli vanno posti limiti alla propria creatività e curiosità. É stata un’esperienza magica a contatto con le opere d’arte presenti nelle sale, già così affascinanti nella loro ricerca essenziale, così sensoriali nella percezione delle superfici e del colore che si sono prestate bene al nostro gioco di osservazioni da cui è partito tutto. Una semplice domanda: “Secondo te come sono state fatte queste opere?”.
L’artista preferito di Cosimo è stato Paolo Scheggi e le sue “Intersupefici”: tre tele, posizionate una sopra l’altra creano spazi chiaroscurali magici e infiniti. Anche Gabriele, di quasi 2 anni, alla vista delle opere di Scheggi in particolare, ha fatto un “OOOOOOOH” indicandole col ditino. Tra le altre opere che sono rimaste impresse, nella prima sala, i “tagli” di Lucio Fontana. Vedere queste opere d’arte dal vivo è un’esperienza che non si può paragonare minimamente alla visione su immagini riprodotte. Quella ricerca di tridimensionalità e di spazio, il taglio dato dalla parte anteriore o posteriore della tela che crea effetti visivi diversi, è un qualcosa che va visto e assaporato nella sua interezza. E così, con due bambini di 2 e 5 anni, si possono scoprire cose a cui un adulto non sa più prestare attenzione, non sa più guardare.
La mostra vale la pena di andarla a vedere (possibilmente accompagnati da bambini), le opere sono illuminate molto bene e permettono di gustare fino in fondo la pelle sensibile delle tele. Interessante anche il catalogo e vi lascio con una bella riflessione sul coraggio con cui inizia il volume:
“Il coraggio è uno stato mentale che non coincide con l’assenza della paura, ma con la consapevolezza che esiste qualcosa di più importante del timore di sbagliare, del rischio di perdere contatto con una comoda prigione ovattata. Il coraggioso è colui che, nell’affrontare qualcosa di nuovo di cui non è possibile conoscere l’esito, procede nel percorso che ha deciso di iniziare. L’intraprendente avverte la paura, ma impara a superarla con la forza di volontà legata all’impeto di pensieri non necessariamente convenzionali che trasforma in azioni. Avere il coraggio delle proprie idee, sostenendole e difendendole, è la virtù di chi è destinato a cambiare il mondo” – Maurizio Vanni in “La tela violata. Il coraggio di andare oltre e l’indagine fisica della terza dimensione”.
Sarà possibile vedere la mostra “La tela violata” fino al 19 giugno 2016. Gli artisti presenti: Lucio Fontana, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Paolo Scheggi, Turi Simeti, Giuseppe Amadio.