L’esperienza delle “mani in pasta”, di sentire le materie varie con le mani, è molto stimolante per i bambini. Piano piano ci si lascia a andare a sensazioni fredde, “appiccicaticce”, morbide o scivolose. E lavorando, le mani producono suoni, inaspettati, che a volte sono buffi e fanno ridere. Così le mani di Gabriele, 2 anni, che struscia la tempera blu su un pezzo di cartone forex, liscio e scivoloso, sembra richiamare le onde le mare e anche i pesci che ci stanno dentro.
é stato emozionante rappresentare anche il movimento di questo lavoro, iniziato prima con fatica, perché all’inizio a Gabriele sembrava strano sporcarsi e voleva subito andare a lavarsi le mani ma poi ci siamo lasciati andare, rievocando suoni, acqua e animali.
Il movimento lo abbiamo immortalato con la fotografia. Gabriele è rimasto affascinato dal flash e dal suono della macchina e si è entusiasmato ancora di più nei suoi movimenti artistici. Alla fine un pò di scatti fatti da lui alla stanza sono stati molto divertenti.
Questo è anche un momento molto importante per l’articolazione delle parole. Andrebbe davvero scritto un vocabolario dei bambini che hanno un linguaggio bellissimo. Io di Cosimo, che ora ha 6 anni mi ricordo “Lovita” che usava per dire “oliva” (andava pazzo per le olive). Al nostro gatto, che pensavamo fosse una femmina avevamo dato anche il nome di Lovita, per non dimenticarsene. Poi ci dissero che è un maschio e quindi ora si chiama Rossano 😉
Tra le parole più belle che dice Gabriele c’é “collodilla” per dire camomilla, Tottò per dire la cosa che gli piace di più, le macchinine; “cucco pea” per dire succo di pera.