Con i disegni di Cosimo (tre anni e due mesi) c’eravamo lasciati con la “nascita di una forma”, quando cioè i segni iniziano e chiudersi per creare una figura delimitata da un contorno. Sembra che Cosimo ci abbia preso proprio gusto a chiudere i suoi segni, tanto che la forma creata, ricorrente come inizio della composizione, è sempre più grande e fa da protagonista su tutto lo spazio del foglio. All’inizio, guardando distrattamente (e in arte non si deve mai guardare distrattamente), sembravano ancora zone di colore più o meno confuse ad occupare lo spazio. Ma osservando mi sono accorta che sotto quelle campiture di colore che sembravano volare a caso, si trovano in trasparenza forme circolari precedenti.
Quello che allora vedevo come risultato finale altro non era se non dare il colore a quelle forme, riempendole. La meraviglia è stata ancora maggiore quando da quelle stesse forme, quasi ripetitive, nascevano vere e proprio narrazioni, come è stato per tre mele (zone nere che mostrano in trasparenza tre elementi chiusi circolari, unite da i piccioli, i “gambi” come li ha chiamati Cosimo, delle mele stesse).
E tanto per rendere più accattivante il tutto, Cosimo ha inserito nella composizione anche un “pulmino azzurro che fa bip bip”.
Questi elementi circolari si sono sempre più arricchiti via via e, invece che solo campiture di colore unito, ecco che hanno preso vita altri segni e colori all’interno di una figura sempre più grande.
Guardando queste forme di Cosimo che prendono vita sul foglio mi sono venuti in mente i misteriosi segni rinchiusi all’interno di una forma, circolare, ricorrente nelle opere dell’artista Vasilij Kandinskij.
Quella forma, nel famoso pittore russo richiama oggetti magici e affascinanti come il tamburo dello sciamano (vedi anche), dalla forma circolare perché rappresentazione simbolica del cosmo. Oggetto legato al movimento e al suono tipici della danza sciamanica, elemento essenziale nel rituale di varie tribù indigene.
Oggetti come questi incuriosirono enormemente gli artisti del Novecento portando ad un’attenzione profonda per il primitivo come per l’Oriente e che conobbero grazie al lavoro di ricerca e studio di etnografi ed esploratori, che avevano da tempo pubblicato materiali visivi sui rituali e i relativi oggetti utilizzati.
La mostra sull’Avanguardia russa che si può ammirare a Palazzo Strozzi a Firenze fino al 19 gennaio 2014, presenta proprio, accanto a capolavori di artisti che hanno rivoluzionato il modo di fare arte, come Kandinsky e Kazimir Malevič, oggetti che vengono da lontano, arriviamo fino alla lontana Siberia, come il tamburo sciamanico di Chakasy, regione dello Enisej, di fine XIX secolo, inizi del successivo. Questo tamburo, come molte opere esposte a Palazzo Strozzi in occasione della mostra, vengono dal Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo. Costituiti da un’anima di legno ricoperta di pelle di renna, presentano nella parte retrostante un bastoncino, sempre di legno, verticale per la presa e uno metallico orizzontale su cui sono appesi campanellini e straccetti. Ma sono le rappresentazioni sulla superficie dello strumento così sintetiche, quasi misteriose scritture, ad interessare artisti che guardavano all’essenza delle cose come Kandinsky: si tratta del modello dell’universo.
Tamburo come mezzo usato dallo sciamano per muoversi fra i diversi mondi dell’universo durante il kamlanie, il rito centrale dello sciamanesimo nel quale lo sciamano si trova ad essere intermediario tra gli spiriti e i vivi. Tamburo come ricovero e casa delle anime, prima di tutte quella dello sciamano stesso ma anche quella delle anime degli animali sacrificati, degli ammalati, o quelle capitatevi per caso da altri mondi.
L’arte contemporanea è strettamente legata all’esoterismo, ad una ricerca di primitivismo che contrastava con un mondo sempre più materialista ed affollato, con sentimenti dove incombeva la tragedia delle guerre mondiali. Alla scientificità e razionalità occidentale in arte si guarda sempre più ad andare oltre la rappresentazione “superficiale” della realtà che circonda l’artista per approdare ad un inconscio e ad un inspiegabile che indaga l’anima delle cose stesse. Il gesto di Kandinsky sulla tela diventa danza del gesto stesso che ricorda da vicino quella magica e misteriosa degli sciamani.
Kandinsky prefigurò la cosiddetta “Action painting” del famoso americano Jackson Pollock, dove l’azione, quella del pittore che si muove intorno e sulla tela, come in una danza sciamanica, e quella della vita del colore, che si prende il suo tempo per espandersi, muoversi, rivelare segni e consistenze, sono tutte cose che divengono più importanti del risultato finale, dell’opera stessa, che quindi viene accompagnata dal relativo video che fa vedere l’artista mentre, come in un vero e proprio rituale, crea materialmente l’opera.
Così i segni di Cosimo mi hanno richiamato alla mente energie in movimento, brulicanti di vita sotterranea e misteriosa, e d’altra parte proprio artisti come Kandinsky hanno introdotto l’interesse per i disegni dei bambini, primi veri artisti perché guidati sempre da spontaneità e puro piacere di dipingere.