Cosimo, tre anni e dieci mesi, ha da quache giorno iniziato a fare dei disegni “strani”. All’inizio erano forme rettangolari, allungate orizzontalmente. Il tratto però si caratterizzava fin da subito per essere particolare: era come se la mano, mentre scorreva sul foglio, si soffermasse continuamente e indugiasse la sua corsa alla ricerca di particolari che ancora non si manifestavano. Questi particolari sono diventati presto linee verticali, dislocate una di seguito all’altra ed ha iniziato a comparire una linea orizzontale che le attraversava tutte.
Queste forme ricorrono sempre più nei disegni di Cosimo; lui mi ha detto che si tratta di “navicelle spaziali”.
Mi dicevo: ma dove le avrà viste? E con questa strana forma sempre uguale.
Anche quando il soggetto è inizialmente qualcos’altro, come un rinoceronte o un’atomobilina, (con tanto di ruote e portiere laterali), non manca di svolazzare la fluttuante navicella spaziale. Quest’ultima ha iniziato a comparire anche tutta colorata. Cosimo è molto attento nell’operazione meticolosa di riempire di colore la parte tra una linea verticale e l’altra.
Ma allora da cosa trae origine la particolare navicella spaziale di Cosimo?
Ieri, passando in auto da Viale della Repubblica a Prato, mi sono sorpresa a dire a Cosimo: “Guarda la navicella spaziale!”, riferendomi al nuovo Centro Pecci, mentre lui annuiva entusiasta. E lì ho capito…
La forma… le linee metalliche che si sviluppano verticalmente per tutta la superficie rotondeggiante… la linea orizzontale che abbraccia tutto…
Si tratta della navicella spaziale disegnata più volte da Cosimo! Tornata a casa ho riguardato i suoi disegni e mi sono sorpresa ancora una volta di quanto i bambini riescano a cogliere l’essenza delle forme del mondo che li circonda. Un’attenzione ai particolari che l’adulto tende a perdere perché non sa più “vedere”.
Cosimo ha disegnato l’essenza della forma monumentale, ideata dall’architetto belga Maurice Nio, del nuovo Centro Pecci di Prato.