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Il fregio dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia restaurato.. Esperienze con l’arte uniche

Tra le esperienze più belle che abbiamo vissuto quest’estate alla scoperta delle bellezze del territorio,  vi è sicuralemte la visita al fregio dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia appena finito di restaurare. Domenica 31 agosto scorso si sono concluse le possibilità di vedere da vicino un’opera straordinari, impossibile da gustarsi a pieno in condizioni “normali”.

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Il fregio ritorna ad essere usufruito da lontano ma restano fotografie e il ricordo di coloro che hanno potuto vivere una tele esperienza, anche quello dei più piccoli… A mio figlio di 5 anni sono piaciuti tanto i colori e le affascinanti storie dei personaggi rappresentati, come i “Cerusici”, i chirurghi dell’epoca, e i “Pappini”, il nome con cui venivano chiamati gli infermieri toscani, che somministravano alimenti e sostanze. Una cosa meravigliosa è stata anche il gioco di luce del sole che filtrava attraverso i fori delle impalcature: sembravano ci fossero tanti piccoli coriandoli che scendevano dal cielo.

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La nostra prima canzone

Oggi ci sfoghiamo giocando con i suoni. I bambini molto piccoli sono particolarmente stimolati dalla varietà di rumori del mondo. L’emissione sonora è la prima forma di dialogo e di relazione tra i piccoli e l’ambiente che li circonda. Partiamo dalle vocali, i suoni più semplici e in particolare dalla “A”. Iniziamo con l’emettere il suono A, spalancando il più possibile la bocca: prima un suono “secco” e breve, poi un suono lungo e melodico. Il bambino sta a sentire e ad osservare attentamente poi, per imitazione, emetterà lo stesso suono e imiterà il vostro movimento della bocca. Ecco il primo passo per la creazione di una “musica corale” che vi legherà, un dialogo intenso e, soprattutto per i più grandi, permetterà di sfogare eventuale stress accumulato: un toccasana.

Nel 1978 l’artista serba Marina Abramović, insieme all’artista tedesco Ulay, all’epoca suo compagno anche nella vita oltre che nel lavoro, realizzò una performance dal titolo “AAA AAA“.

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Questa performance, che si inserisce all’interno della loro ricerca artistica incentrata sul corpo e le sue possibilità di resistenza fisica e mentale, è piaciuta molto a mio figlio Gabriele. L’ha vista per la prima volta che non aveva compiuto ancora un anno e nel pieno del suo interesse verso i suoni e i movimenti delle labbra.

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Uno spazio tutto nostro

A tutti i bambini piace creare un luogo, un po’ magico, dove nascondersi, un nido protetto e invalicabile. Con Cosimo, 4 anni e 9 mesi, abbiamo scoperto un artista contemporaneo che crea degli spazi che assomigliano a casette sull’albero (il sogno di ogni bambino) o a nidi di uccelli. Un artista di nome Tadashi Kawamata.

Tadashi Kawamata "Tree Huts", 2013 Installazione site specific, facciata e cortile di Palazzo Strozzi, Firenze
Tadashi Kawamata “Tree Huts”, 2013 Installazione site specific, facciata e cortile di Palazzo Strozzi, Firenze

L’artista giapponese utilizza per le sue costruzioni il legno, noi abbiamo creato la nostra tana, utilizzando coperte e cuscini. La porta l’abbiamo realizzata con il paracolpi del lettino del fratellino e dentro l’abbiamo arredata.

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