Archivi categoria: Esperienze con le opere d’arte

Giocare con la ceramica al nuovo Museo di Montelupo Fiorentino

Domenica 4 maggio 2014 il Comune di Montelupo Fiorentino, conosciuto a livello artistico per la sua grande tradizione nel campo della ceramica, ha inaugurato un nuovo bellissimo museo dedicato a tale arte. Si tratta del MMAB, nel luogo che ospitava già un museo della ceramica, ristrutturato e totalmente ripensato come spazio dinamico e polifunzionale, luogo per eccellenza di incontro e confronto all’insegna della cultura. Per questo oltre a Museo è un luogo per studiare, con archivio, biblioteca, uno spazio aperto a tutti i cittadini con un ingresso accogliente dove rilassarsi seduti a leggere o a bere un caffè in compagnia.

Il museo è costituito di tre piani, con piano seminterrato dedicato alle mostre temporanee. Al piano terra, oltre alle prime quattro sale espositive, si trova un fornito e luminoso Bookshop e una saletta con proiezione video dove viene introdotta la storia e la tradizione della ceramica di Montelupo; al primo piano un’altra sala è dedicata alle mostre temporanee e anche tale ambiente si presenta accogliente, con sedie e tavolini e tanti libri in scaffali illuminati.

É un luogo molto adatto alle famiglie perché in ogni sala sono predisposte attività ludiche legate alle testimonianze materiali e artistiche esposte. Tra le più curiose, la sala dedicata all’apparecchiatura e ai cambiamenti che questa ha subito nel corso del tempo.

tavola medievale

Si parte dalla tavola medievale, dove non si utilizzavano piatti ma taglieri in legno come supporto per i cibi e si usavano ciotole e boccali per bere acqua o vino.

tavola rinascimentale

Si passa poi all’apparecchiatura rinascimentale molto più fornita di oggetti, tra piatti, scodelle, ciotoline e poi saliere, oliere e bicchieri di ceramica. Infine arriviamo alla tavola moderna.

tavola moderna

Le sale espositive mostrano reperti rinvenuti prevalentemente in scavi effettuati nel 1979 dal Gruppo Archeologico di Montelupo, che hanno interessato il centro storico della città, ma ci sono reperti provenienti anche da zone limitrofe, come per il frammento di Prato.

frammento prato

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La natura morta contemporanea: dalle bottiglie di Giorgio Morandi alle uova di Lucio Fontana

Giorgio Morandi, Natura morta, 1919Vasi, ciotole, bottiglie, caffettiere.. un mondo inanimato e allo stesso tempo vitale, statico e allo stesso momento vibrante ed in movimento. Effetti di una magia contrastante che caratterizzano le nature morte di Giorgio Morandi e che l’artista riesce a creare attraverso la raffinata qualità materica e luminosa della sua pittura ad olio. Il pittore bolognese studierà all’Accademia di Belle Arti della sua città natale e, nel corso della sua ricerca artistica, guarderà alla tradizione. Anche se il genere della natura morta, come tema a sé stante e cioè protagonista assoluto della rappresentazione, in pittura non nasce che alla fine del XVI secolo, si può semplificare citando il cesto di frutta di Caravaggio, esempi di attenzione alla realtà quotidiana e al banchetto in particolare si ha già in epoca ellenistica e romana. L’essenzialità delle forme degli oggetti presenti sui tavoli di Morandi richiamano in particolare artisti come Giotto, le cui opere mostravano un’innovativa attenzione al dato reale, alla particolarizzazione degli elementi rappresentativi. Per esempio per i suoi personaggi Giotto ricorreva all’osservazione dal vero di amici e collaboratori.

Giotto "La morte del Cavaliere di Celano" Affresco (1297-1300) Basilica Superiore di San Francesco, Assisi
Giotto “La morte del Cavaliere di Celano”  (part. Affresco) 1297-1300 Basilica Superiore di San Francesco, Assisi
Piero della Francesca Pala di Brera (part. tempera e olio su tavola) 1472  Pinacoteca di Brera, Milano
Piero della Francesca Pala di Brera (part. tempera e olio su tavola) 1472 Pinacoteca di Brera, Milano

Nelle opere di Morandi si trova anche l’essenzialità, la nitidezza lineare, l’attenzione prospettica e volumetrica di opere quattrocentesche, primo fra tutti di artisti come Piero della Francesca.

Giorgio Morandi rappresenterà quel filone poetico della natura morta contemporanea che, a differenza di alcune correnti come l’Iperrealismo statunitense degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, indaga la realtà quotidiana e gli oggetti che ne fanno parte con grande sintetismo, nonostante l’attenzione ai valori tridimensionali e luministici della materia. E sintetismo è anche nella scelta della gamma cromatica delle composizioni: riduzione a pochi colori come già aveva iniziato a fare il pittore francese Paul Cezanne. Così, in particolare le nature morte di Morandi realizzate con la tecnica dell’incisione, in bianco e nero, scoprono la realtà attraverso linee e tratteggi sottili e vibranti.

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Storie di magma, mucche e carità: le tante forme del vetroresina nell’arte contemporanea

Dal XX secolo gli artisti hanno avuto a disposizione della loro creatività un svariatissima quantità di materiali diversi. Tra questi oggi parliamo del vetroresina e di alcuni interessanti modi di espremersi con esso.

L’architetto e artista fiorentino Andrea Marini, usa materiali come il vetroresina per dar vita ad opere che sembrano in continua metamorfosi. Così la sua serie “Magma”, richiama processi di nascita e trasformazione della materia organica. Cellule che si moltiplicano all’infinito, “bozzoli, larve, spore, forme evocative di embrioni, germinazioni, proliferazioni, contaminazioni”, come descrive in una recensione sull’artista, scritta nel 2000, Elda Torres, definendo queste opere come prodotti di una “gestazione misterica”.

Andrea Marini "Magma" (2008) Alluminio, vetroresina. 130x135x43cm
Andrea Marini
“Magma” (2008) Alluminio, vetroresina. 130x135x43cm

Marini inizia negli anni 80 del XX secolo la sua carriera artistica, lavorando nel suo atelier a Calenzano. La sue è una ricerca essenzialmente formale che indaga il rapporto uomo e natura; natura e artificio; forme, inquietanti e incerte, e materia.

Il materiale vetroresina è protagonista anche di opere d’arte contemporanea divenute famosissime: si tratta delle mucche dell’artista svizzero Pascal Knapp.

Pascal Knapp “Cow Parade” Firenze, Piazzale degli Uffizi, In varie piazze fiorentine dal 25 ottobre 2005 al 20 gennaio 2006
Pascal Knapp “Cow Parade” Firenze, Piazzale degli Uffizi, In varie piazze fiorentine
dal 25 ottobre 2005 al 20 gennaio 2006

La storia di queste mucche che in breve hanno invaso tantissime città a giro per il mondo, nasce nel 1996 dal padre di Pascal, Walter Knapp, artista anch’egli. Fu lui che chiese al figlio di progettare una mucca a dimensione reali e tridimensionale da creare in fibra di vetro, per farci dipingere sopra gli artisti intervenuti alla Mostra d’arte di Zurigo del 1996. Pascal accettò l’incarico e iniziò la costruzione di un’armatura di legno, styrofoam (schiuma in polistirene estruso, un altro particolare materiale usato nell’industria), e rete metallica.

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