Oggi siamo partiti dal MARE. Vogliamo scoprire i pesci e le creature marine che vi vivono. Quanti colori e quante forme diverse! la nostra fantasia è parecchio stimolata. Anche un pittore come Gustav Klimt prese molto spesso ispirazione dal mare e dai suoi misteri ed è venuto da noi, con i suoi dipinti, a raccontarci una storia…
C’era una volta, e c’è ancora, il mare; ma non quello in superficie che si vede quando si va in vacanza e ci si nuota dentro con il salvagente colorato; quello luminoso e trasparente, fatto di acqua fresca e tanti CIAF CIAF. Quello di cui parliamo è il mare profondo, un mondo sotterraneo fatto di magia e mistero, di strane forme fluttuanti e colori mai visti. Un mondo dove vivono strane e affascinanti creature di cui non sappiamo nulla che vivono, giocano, sono felici e tristi come noi. Un giorno un artista di nome Gustav si mise la sua tuta da subacqueo per andare a scoprire questo mondo.
Chi è un subacqueo?
Si immerse in profondità, andò giù giù e poi ancora giù, fino a trovare degli strani pesci d’argento fluttuanti come meduse, ma non proprio come le meduse…
E se vi dicessi che tutto è iniziato da un cerchio? un grosso cerchio con un puntino riempito di colore nel mezzo.
Una cellula che nuota nel suo liquido o una piccola isola deserta spersa in mezzo al mare. Da un cerchio siamo passati a due vicini, più o meno della solita grandezza: una vita che brulica e grida tutta la sua ragion d’essere. Nella raffigurazione umana da parte dei bambini, solitamente sono gli occhi i primi ad essere esplorati e disegnati all’interno di un grosso cerchio che li racchiude, la testa.
Tutto inizia però dalla stimolazione, dall’emozione e dall’osservazione, l’esperienza quotidiana. Un bambino di tre anni ha già dei precisi gusti che, se stimolati correttamente, possono dare come risultato fantastiche soluzioni creative. Una delle possibili e più efficaci stimolazioni sono quelle legate alle tecniche artistiche e ai diversi materiali tutti da esplorare. Importante risulta avere la possibilità di scegliere e di sperimentare le diverse tracce di sé stessi su un supporto attraverso l’uso di pennarelli, o di matite, o ancora di pastelli rispetto a tempere o creta. I bambini sceglieranno autonomamente, attraverso la loro esperienza diretta il medium che più, in quel momento, li rappresenta.
A Cosimo, tre anni e cinque mesi, in questo periodo piace molto lavorare con i pennarelli, quelli con la punta grossa sono i migliori soprattutto in questa fase dove il colore è un elemento di primaria importanza. Sta imparando infatti a riconoscerli, a giocare con le diverse tonalità. In questo periodo è anche importante la sperimentazione dei limiti di una figura: il bambino è sempre più attento nel capire che per colorare una figura bisogna stare nei suoi contorni. Questa fase è estremamente importante per la crescita motoria, perché si inizia a controllare il movimento della propria mano e questa porta a sua volta ad autoaffermarsi nel mondo, a conoscere le proprie possibilità.
La prima figura umana tracciata da Cosimo, quindi una testa/corpo con braccia e gambe è stata innescata dai suoi gusti televisivi. Ebbene non solo la natura che circonda il bambino ma anche la televisione può essere un efficace mezzo di ispirazione, naturalmente se usata bene e cioè non per spegnere il cervello stando tutto il giorno davanti ad essa, ma come un qualsiasi strumento di stimolazione visiva. Si è trattato per Cosimo di quello che era, fino a pochi giorni fa, il suo cartone preferito, Peter Pan. Questa sua passione ha prodotto l’esigenza innata di prendere possesso dell’immagine del personaggio amato ed eccolo, non a caso tracciato in verde con il suo cappellino di foglie.
Con i disegni di Cosimo (tre anni e due mesi) c’eravamo lasciati con la “nascita di una forma”, quando cioè i segni iniziano e chiudersi per creare una figura delimitata da un contorno. Sembra che Cosimo ci abbia preso proprio gusto a chiudere i suoi segni, tanto che la forma creata, ricorrente come inizio della composizione, è sempre più grande e fa da protagonista su tutto lo spazio del foglio. All’inizio, guardando distrattamente (e in arte non si deve mai guardare distrattamente), sembravano ancora zone di colore più o meno confuse ad occupare lo spazio. Ma osservando mi sono accorta che sotto quelle campiture di colore che sembravano volare a caso, si trovano in trasparenza forme circolari precedenti.
Quello che allora vedevo come risultato finale altro non era se non dare il colore a quelle forme, riempendole. La meraviglia è stata ancora maggiore quando da quelle stesse forme, quasi ripetitive, nascevano vere e proprio narrazioni, come è stato per tre mele (zone nere che mostrano in trasparenza tre elementi chiusi circolari, unite da i piccioli, i “gambi” come li ha chiamati Cosimo, delle mele stesse).
E tanto per rendere più accattivante il tutto, Cosimo ha inserito nella composizione anche un “pulmino azzurro che fa bip bip”.
Questi elementi circolari si sono sempre più arricchiti via via e, invece che solo campiture di colore unito, ecco che hanno preso vita altri segni e colori all’interno di una figura sempre più grande.