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Il Natale con Lodola

Il Natale è appena passato. In famiglia ecco un nuovo arrivato, Gabriele che adesso ha sei mesi. In occasione delle festività natalizie, come si fa a non giocare con le tante carte che avanzano dai regali o che si sono utilizzate per il presepe? Ce ne sono da sbizzarrirsi e a sei mesi, come a quattro anni (l’età dell’altro mio figlio Cosimo), sono una gran bella e divertente attività tattile. In realtà direi che ad ogni età è un gran divertimento manipolare la varietà dei materiali, stimolando o riscoprendo infinite sensazioni. Alcune carte sono liscissime, altre ruvide, alcune danno sensazioni di calore, altre di freddo metallico. Per il Natale, tra le carte più adatte alla creazione di nuove e colorate decorazioni, è la carta velina. Sottilissima, ad un bambino di quattro anni, permette di esercitare pazienza e delicatezza, per non strapparla. Ad un bambino di 5 mesi permette di iniziare una stimolazione tattile e visiva importante. Attirato dai colori infatti, inizia a afferrare. Naturalmente c’è da stare molto attenti perché si mettono tutto in bocca ma, fin da subito, incentivare i bambini molto piccoli all’uso delle mani sviluppa maggiormente la curiosità e quindi l’intelligenza.

Per questo Natale abbiamo deciso di prendere spunto per le nostre decorazioni natalizie da un artista contemporaneo: Marco Lodola. L’artista che negli anni Ottanta del XX secolo fondò, intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin a Milano, il movimento artistico dal nome “Nuovo Futurismo”.

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È un artista estremamente colorato e vivace, perfetto per lavorare con i bambini perché le caratteristiche principali delle sue opere sono il colore (usa in particolare colori primari) e la luce.

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Piccoli grandi pensieri…

Il 18 luglio 2014 nasce il mio secondo bambino, Gabriele. Il 13 agosto fa la prima vera e propria risata, quindi 5 giorni prima di compiere il primo mese. Sorride tantissimo, anzi diciamo che il suo sorriso è il vero suo tratto distintivo, come per Cosimo, il mio primo bambino che adesso ha 4 anni, sono sempre stati gli occhi. Durante l’ultimo viaggio che abbiamo fatto tutti insieme a Madrid, per una conferenza di lavoro di mio marito, una sua collega Kathryn ha detto che se l’azienda vendesse sorrisi Gabriele sarebbe subito assunto.

22 settembre, Gabriele emette il suo primo suono articolato “AO”, poi passerà a “GA”.

14 novembre Gabriele inizia a voler giocare e smania per farlo vedendo il suo “fratellone”, come si fa chiamare Cosimo. Se avvicini qualcosa a Gabriele inizia ad afferrarlo, a toccarlo curioso. Un’altra sua caratteristica è che quando è interessato a qualcosa o sente un rumore o un suono nuovo, spalanca gli occhi. Prima cerca di capire di cosa si tratta e poi sorride. Gli piace usare i piedi per pigiare i tasti dei giochi sonori. Ha una grande empatia col fratello e non si perde niente di quello che fa.

20 novembre Gabriele inizia ad annoiarsi ed è sempre attento. Quando si annoia te ne accorgi perché sembra voler parlare e chiederti anche con gli occhi: “ti prego portami a scoprire quanto è bello il mondo!”.

18 luglio 2014 il giorno che Cosimo vede per la prima volta il suo fratellino Gabriele, monta sul letto d’ospedale mi accarezza e mi dice: “Sei la mia meraviglia!”, poi rivolto al fratello prosegue: “e anche tu!”.

21 novembre 2014 Rimango ancora un istante a guardare i miei bambini i cui occhi piano piano cedono al sonno e si chiudono sereni nei propri lettini. Indugio ad andarmene tanto è la voglia di imprimerli dentro di me, anche se sono impressi indelebilmente nella mia carne oltre che nel mio cuore.

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“A più voci”… e non solo…

Oggi si è svolto a Palazzo Strozzi il secondo Convegno Internazionale dal titolo “A più voci”, nel contesto dei progetti museali dedicati alle persone con Alzheimer e a chi se ne prende cura. Sono andata con mio figlio, Gabriele di 4 mesi, tra l’altro compiuti proprio oggi, ed è stata per me un’occasione che mi ha aperto gli occhi, in ogni senso e da più punti di vista. A livello professionale da anni sono interessata e penso ad una didattica museale che coinvolga a 360° i molteplici “pubblici” e in particolare le famiglie, i bambini, i diversamente abili e gli anziani. Il mettere a confronto, attraverso presentazioni dei vari progetti, ricerche e workshop interattivi, tante realtà museali, nazionali e internazionali, all’avanguardia nel settore museale, è stato stimolante e anche molto emozionante. E quando pensavo di aver compreso il più possibile da un’intera giornata intensa di attività, ecco che esco dalla sala e scopro che Gabriele si emoziona e “parla” davanti a un dispositivo didattico luminoso touch di ultima generazione, messo a disposizione da Palazzo Strozzi per il pubblico della mostra di Picasso, in questo momento in corso.

Di seguito tutte le fasi del suo “dialogo”.

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