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Una, cento, mille strade

I disegni di Cosimo, 5 anni, stanno diventando mondi monocromi molto particolareggiati, impressionanti per l’effetto grafico totale. Sta molto tempo concentrato a realizzare linee che si intersecano: le ha chiamate fin da subito “strade” e “battaglie”.

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Lo spazio del foglio si satura di linee impenetrabili dove gli esseri umani vivono in condizioni di continue battaglie tra il bene e il male: i buoni e i cattivi. Quando i disegni sono meno particolareggiati (come ell’esempio successivo), si tratta di “allenamenti”, dove agili personaggi si muovono nello spazio con corde e arrampicate.

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In questo periodo i bambini sono molto curiosi delle dinamiche del mondo e tentano di comprenderle con il nostro aiuto, naturalmente per questo ci fanno tante domande. Devono imparare le molteplici sfumature della realtà, le cose non sono sempre semplici e chiare, il mondo non si divide in buoni e cattivi come nei cartoni animati, ci sono tanti punti di vista e significati. Questo periodo è meraviglioso perché si impara entrambi, ci si interroga insieme e si cerca quelle sfumature che creano il mondo in cui viviamo. Cosimo è interessato a tutto e tutto lo esalta se improntato alla scoperta da fare insieme. Noi siamo gli investigatori del mondo e non c’è cosa più bella del viaggiare insieme.

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La costruzione del linguaggio

“A volte i grandi pensano che siano scarabocchi ma io lo so che sono bei disegni” – Cosimo 5 anni al fratellino che disegna di 1 anno e mezzo.

A Gabriele, 1 anno e e 6 mesi, piace tantissimo lasciare tracce di sé nello spazio. E così quando vede un pennarello, è più forte di lui, disegna dappertutto. Quando si trova ad avere un confine definito, un foglio di carta, travalica questi confini per invadere ogni cosa attorno. I segni si fanno via via più circolari e tendono a chiudersi in una grande energia di gesti in cui letteralmente prende possesso dello spazio. Non può stare accanto al fratello Cosimo mentre disegna perché chiaramente vuole occupare anche il suo foglio con i suoi segni.

Forme chiuse prendono vita sui fogli come i suoni emessi divengono via via sempre più articolati e riportano a concetti precisi. Siamo partiti da Ehi e Oh Oh per indicare quando cade un oggetto; Gnam Gnam è una chiara richiesta di roba da mangiare; tssss significa sì, mentre no lo dice in maniera molto definita e chiara. Anche le tonalità di certe esclamazioni iniziano ad essere imitate perfettamente. Così è stato con “Daaaaaii!”. Mamma è stata la prima vera parola di Gabriele ma adesso è comparso anche “Babbo” e lo dice scandito e forte.

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Gabriele ha fatto il primo disegno dedicato a Cosimo perché poi glielo ha consegnato e Cosimo ha detto: “Mamma Gabriele ha fatto un disegno per me!”. Il disegno tra bambini di età diverse è di grande stimolo. Cosimo sorride alla libera gestualità del fratello e dall’altra parte soprattutto Gabriele, il più piccolo, è molto stimolato ad imitare movimenti. Certo c’è da mediare un po’ perché presto il piccolo tende a lanciare tutto per aria e a mettere le mani sul lavoro degli altri, naturalmente senza freni. Cosimo, 5 anni, d’altra parte sta vivendo un momento in cui il disegno è molto importante, un tesoro da proteggere e conservare. Così dopo pochi minuti di vera e propria condivisione degli spazi è bene che ognuno trovi un po’ il suo, per non incorrere a tragedie di sorta come: “Mamma Gabriele ha distrutto il mio disegno!”. E quando succede e Cosimo si mette a piangere, Gabriele va da lui lo prende e lo abbraccia ed esclama “nooooo!” come a dire non piangere. E l’avventura continua.

La libertà di raccontare

I bambini guardano attentamente tutto quello che facciamo noi genitori e imitano con una precisione impressionante. Riescono a cogliere l’essenza dei nostri gesti, il tono profondo delle nostre parole. Cosimo, 5 anni, alla domanda cosa vuoi fare da grande, ha risposto: “Quello che fa il babbo con il computer, però quando è un po’ noioso faccio quello che fa la mamma che è divertente”. Ieri, dopo aver attaccato con magneti suoi disegni fatti su post-it colorati, alla grande lavagna di casa che uso per appuntarmi note di lavoro, vi ha disegnato uno squalo nell’atto di mangiare un pesce. È impressionante guardarlo disegnare: ci mette una concentrazione incredibile ed è buffo perché, ogni volta che disegna o compie un’azione che richiede precisione e attenzione, tira fuori la lingua e segue con essa il gesto delle mani. Mentre lo guardavo disegnare alla lavagna mi sono sorpresa perché, dopo aver disegnato il pesce ha guardato la sua composizione come se mancasse qualcosa. E l’ha concluso un attimo dopo tracciando tre righette sul lato del corpo dello squalo, particolri questi impressionanti.

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Da questa ispirazione legata ad attività quotidiane come quella di usare la lavagna magnetica, sono usciti numerosi disegni con squali che cacciano pesci, meduse e alghe ondulate che danzano su fondali marini. Il tutto sotto onde alte e movimentate.

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