(Come sempre per questa categoria, in fondo all’articolo, troverete un’idea per un menù speciale all’insegna della dolcezza)
« Un solo filo d’erba, un solo scarabeo, una sola formica, un’ape dai riflessi d’oro… testimoniano d’istinto il mistero divino» – Fëdor Michajlovič Dostoevskij, “I fratelli Karamàzov”
Sembra partire da una frase come questa l’artista e designer olandese Tomáš Gabzdil, che realizza un’opera dal fortissimo impatto emotivo. Le api sono le protagoniste, api vive che ronzano intorno e su di un corpo umano. La scultura ha le braccia aperte, il volto rivolto verso il cielo a rievocare la Crocifissione, tutto questo le fa assumere un’aurea inquietante, tra il sacro e il profano.
Il titolo è “Unbearable Lightness”, un’insopportabile splendore” ed i materiali sono plastica trasparente, alluminio e vetro (rappresentanti l’azione umana, l’industria), e pelle letteralmente a nido d’ape (a testimone del lavoro dell’animale).
Su di questa superficie naturale l’artista è poi infine intervenuto dipingendola con un bel rosso intenso, a simboleggiare inequivocabilmente la Passione di Gesù. L’opera venne mostrata al pubblico per la prima volta nel 2010, nella spelndida cornice della “Carpenters Workshop Gallery” di Londra.
Di recente nascita, fondata nel 2005 da due imprenditori parigini appassionati d’arte, Loic Le Gaillard e Julien Lombrail, questo suggestivo spazio espositivo, si è distinto subito come luogo d’eccezione nell’art design mondiale. Come spesso accade in una città come Londra, la quale investe molto sul turismo e la cultura, luoghi originariamente costruiti a scopo industriale, come fabbriche dismesse, sono divenuti luoghi di attrazione a livello mondiale e fondamentali aree di scambio culturale, di ricerca e sviluppo.
Dopo l’esposizione di Gabzdil, le ben 40.000 api, protagoniste dell’opera, furono riportate nel loro ambiente naturale, rimuovando anche il miele ottenuto. C’è una profonda idea di manipolazione della vita: così come l’uomo manipola la vita degli animali, anche la vita umana è inaspettatamente sempre in balia delle onde dell’esistenza, in balia di qualcosa di enormemente più grande. Da un lato poi c’è l’idea della contemporaneità della società attuale, quindi materiali che rimandano all’attività industriale, dall’altro la natura col suo paziente lavoro.
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