“...qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’ odore dei limoni” – Eugenio Montale “I limoni”.
Nell’anno 1660 una pittrice di nome Giovanna Garzoni dipingeva, con ricchi colori a tempera su pergamena, una splendida natura morta che aveva come protagonisti “cicciuti” limoni di un giallo dorato su uno dei quali, in primo piano, si era posata un’altrettanto “cicciuta” ape.
(Come sempre per questa categoria, in fondo all’articolo, troverete un’idea per un menù speciale all’insegna della dolcezza)
«Un solo filo d’erba, un solo scarabeo, una sola formica, un’ape dai riflessi d’oro… testimoniano d’istinto il mistero divino» – Fëdor Michajlovič Dostoevskij, “I fratelli Karamàzov”
Sembra partire da una frase come questa l’artista e designer olandese Tomáš Gabzdil, che realizza un’opera dal fortissimo impatto emotivo. Le api sono le protagoniste, api vive che ronzano intorno e su di un corpo umano. La scultura ha le braccia aperte, il volto rivolto verso il cielo a rievocare la Crocifissione, tutto questo le fa assumere un’aurea inquietante, tra il sacro e il profano.
Il titolo è “Unbearable Lightness”, un’insopportabile splendore” ed i materiali sono plastica trasparente, alluminio e vetro (rappresentanti l’azione umana, l’industria), e pelle letteralmente a nido d’ape (a testimone del lavoro dell’animale).
Su di questa superficie naturale l’artista è poi infine intervenuto dipingendola con un bel rosso intenso, a simboleggiare inequivocabilmente la Passione di Gesù. L’opera venne mostrata al pubblico per la prima volta nel 2010, nella spelndida cornice della “Carpenters Workshop Gallery” di Londra.
Di recente nascita, fondata nel 2005 da due imprenditori parigini appassionati d’arte, Loic Le Gaillard e Julien Lombrail, questo suggestivo spazio espositivo, si è distinto subito come luogo d’eccezione nell’art design mondiale. Come spesso accade in una città come Londra, la quale investe molto sul turismo e la cultura, luoghi originariamente costruiti a scopo industriale, come fabbriche dismesse, sono divenuti luoghi di attrazione a livello mondiale e fondamentali aree di scambio culturale, di ricerca e sviluppo.
Dopo l’esposizione di Gabzdil, le ben 40.000 api, protagoniste dell’opera, furono riportate nel loro ambiente naturale, rimuovando anche il miele ottenuto. C’è una profonda idea di manipolazione della vita: così come l’uomo manipola la vita degli animali, anche la vita umana è inaspettatamente sempre in balia delle onde dell’esistenza, in balia di qualcosa di enormemente più grande. Da un lato poi c’è l’idea della contemporaneità della società attuale, quindi materiali che rimandano all’attività industriale, dall’altro la natura col suo paziente lavoro.
Titolo della mostra:Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici
Spazio espositivo: Palazzo Strozzi Luogo: Piazza degli Strozzi, 1 – Firenze Data di inizio evento: 24 settembre 2010 Data di fine evento:23 gennaio 2011 Orari di apertura: tutti i giorni 9,00-20,00; giovedì ed, eccezionalmente, gli ultimi tre giorni (il 21, il 22 e il 23 di gennaio) 9,00-23,00
Prezzo biglietti: intero € 10,00, ridotto € 8,50, € 8,00, € 7,50, scuole € 4,00. Promossa e Organizzata da: Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza PSAE e per il Polo Museale della città di Firenze. Curatori della mostra e del catalogo: Carlo Falciani e Antonio Natali Genere: pittura, scultura – Cinquecento
Ultimissimi giorni della splendida mostra dedicata al Bronzino, prima mostra monografica, quindi interamente dedicata a questo artista, tenutasi a Firenze, dove egli visse per quasi tutta la sua vita, tranne brevi e pochissimi viaggi. Lo scopo di questo viaggio nell’affascinante mondo di questo artista è quello non solo di presentare un’occasione davvero unica di vedere opere ad una distanza fortemente ravvicinata, ma anche quella di riflettere sull’artista e sul suo tempo in maniera diversa dallo schematico inserimento critico in quella fase dell’arte cinquecentesca denominata comunemente “Manierismo”, una fase cioè di transizione tra Rinascimento, come trionfo di razionalità e di armonia, e Barocco, che è stato indicato, tra il Seicento e la metà del Settecento, come trionfo invece del grottesco e del bizzarro. Il filo del racconto, seguito nel presentare questo artista, è piuttosto legato allo splendore della corte dei Medici, di cui il Bronzino fu il principale ritrattista, immortalando i personaggi della famiglia fiorentina a partire da Cosimo il Vecchio, primo signore di Firenze, fino ad arrivare ad i suoi tempi, facendosi insostituibile portavoce dello splendore della corte di Cosimo I, che fu Duca di Firenze dal 1537 e poi Granduca di Toscana dal 1569.
Si inizia dagli anni che videro Bronzino giovanissimo allievo del Pontormo nel 1515 fino ad arrivare alle opere mature, quando si distacca completamente dal maestro per creare uno stile indipendente.